I colori del pianoforte ottocentesco Stampa

 

Recensione del Concerto di Alessandro Cesaro

  

 


La rassegna speciale “Incontri alla tastiera a Palazzo Sturm” si è aperta domenica pomeriggio ospitando il giovane pianista Alessandro Cesaro, allievo di Franco Angeleri, Paul Badura-Skoda ed Aldo Ciccolini, vincitore di numerosi Concorsi Internazionali. Gli “Amici della Musica” di Bassano del Grappa, in collaborazione con A.V.A.M. di Padova hanno riaperto le porte dello storico salone di Palazzo Sturm facendo respirare al pubblico il vero clima degli ottocenteschi salotti in cui si esibivano pianisti come Chopin e Liszt.

Una sala  pienissima ed incuriosita dal particolare programma presentato dall’interprete: da Dussek (più noto come Dusik) a Schumann, una serie di Fantasie idealmente collegate tra loro per la singolare forma musicale diventano un vero e proprio leitmotif. Il pianista  domina con impeto immediato il pianoforte viennese Skutan del 1850, il suo aspetto ricorda, per via della folta barba, il giovane Debussy. Le sue sonorità sono piene e l’impatto virtuosistico allo strumento cattura immediatamente nelle trame malinconiche del fa diesis minore della Sonata “Elegia armonica” di Dusik. Tutto è giocato tra guizzi di luce in tonalità alternate tra maggiore e minore. La lettura proposta diviene quasi una anticipazione del romanticismo Lisztiano in cui la padronanza tecnica ha la sua espressione negli accenti più interiorizzati.

Maestosità e dramma convergono in una sintesi emozionale che ha il suo culmine in Schumann. Il discorso musicale di Alessandro Cesaro è un poema epico in cui il sincopato è sinonimo di una battaglia interiore. Nella Fantasia Op.28 di Mendelssohn il lirismo del canto iniziale sfocia in vortici sonori in cui gli accenti più delicati diventano giochi di sfumature mentre contrastante è la spensieratezza dello Scherzo. Nell’ondeggiare luminoso del Presto finale il pianista sorprende per il contrasto tra le ottave, piene e drammatiche e l’intensità musicale cantata a piena voce.

Nel misterioso intercedere della Fantasia di Chopin è dalle rovine spettrali che Alessandro Cesaro evoca un canto patriottico, rivive l’immagine della fiera Polonia di Chopin. La “magia sonora” dell’arpeggio che ritorna sempre più insistente è trascinante nell’incalzare della melodia ed anche i tratti marziali sono plasmati con colori caldi. Le diverse sfumature che animano l’Adagio sono ricercate in sonorità talvolta organistiche ed è convincente l’impeto con cui Cesaro affronta l’ondeggiare delle differenti gamme sonore senza indugi. E’ piacevolmente sorprendente anche  Schumann degli Studi Sinfonici Op.13, le tinte ombrose dell’incipit sono una dimensione particolare di tempo ora rarefatto ora dirompente. I due volti di Schumann, Eusebio e Florestano, si alternano rapidi come una carrellata di folletti e fate in un magico corteo. L’interprete, dopo i toni soffusi e lontani di alcuni episodi, rende con maggiore enfasi il finale, quasi fosse una magica danza immersa tra ricami sonori. Il bis è affidato al Rondò Capriccioso Op.14 di Mendelssohn, sintesi tra lirismo e virtuosismo.

Prossimo appuntamento con “Incontri alla tastiera a Palazzo Sturm” domenica 17 novembre 2013, Silvia Tessari pianoforte.

Vincenza Caserta